Che fine ha fatto il famigerato progetto di rilancio dell’Alsia, più volte annunciato dal governo regionale, ma mai effettivamente concretizzato? È il quesito che il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica, Pino Bollettino, rivolge ai vertici di Via Verrastro a distanza di un anno e mezzo dall’approvazione della legge regionale n. 41 del 2020 che sancì “in modo unilaterale” il ritorno di 114 dipendenti (dei 200 trasferiti nei ruoli regionali solo 5 anni prima) nuovamente nei ranghi dell’Alsia, con lo scopo dichiarato di un rilancio dell’Agenzia. Rilancio che per il sindacalista della Cisl Fp è rimasto solo sulla carta: “In diciotto mesi non si è fatto praticamente nulla di quanto annunciato e i lavoratori, nel frattempo ridotti a circa 80 per via dei pensionamenti intervenuti nel solo 2021, che oggi ancora brancolano letteralmente nel buio senza alcuna prospettiva. Siamo in una situazione di sostanziale paralisi amministrativa che non lascia presagire nulla di buono per il futuro, con un presente caratterizzato da carichi di lavoro ormai difficili da sostenere. Non esiste un piano strategico concreto di intervento sul territorio, né un piano del fabbisogno del personale che possa dare maggiore sostenibilità dei carichi di lavoro per il personale ancora in servizio”.
Secondo Bollettino “è francamente inaccettabile il trattamento che è stato riservato a questa platea di lavoratori: prima trasferiti dall’agenzia alla Regione Basilicata, poi costretti a fare il percorso contrario con un atto unilaterale del governo regionale, con in più l’aggravante che i pochi ex dipendenti Alsia rimasti nei ruoli regionali hanno potuto beneficiare delle progressioni di carriera, mentre i loro colleghi che sono stati costretti a rientrare in Alsia hanno subito un danno sia in termini economici che professionali”. Per il segretario della Cisl Fp “la situazione è diventata insostenibile e il governo regionale deve assumersi la responsabilità delle sue scelte. Oggi siamo ad un bivio: o si credere realmente al rilancio dell’Alsia e allora si fanno gli investimenti necessari per renderla pienamente operativa; oppure si deve prendere atto del fallimento del progetto e far rientrare il personale dell’Agenzia nell’organico regionale del dipartimento Agricoltura”. Credo che questa sia l’unica soluzione percorribile per rilanciare quel settore sia dal punto di vista organizzativo che dei servizi da offrire ai cittadini.