Potenza, 25 novembre 2014 – Lunedì primo dicembre i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego della Cisl sciopereranno per rivendicare il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da ben sei anni, e per chiedere una riforma della pubblica amministrazione che parta dalla valorizzazione del lavoro pubblico. In Basilicata è in programma una manifestazione regionale a Potenza, nella sala Inguscio Via Verrastro, dalle 10 alle 13. L’iniziativa sarà presentata venerdi prossimo, 28 novembre, alle 10, in conferenza stampa nella sala Ugo Bianchi della Cisl regionale dal segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, e dal segretario generale della Cisl Fp Basilicata, Giuseppe Bollettino. Lo sciopero interesserà sia i lavoratori pubblici, sia i lavoratori privati che lavorano per i servizi pubblici, e nalla piattaforma rivendicativa, oltre al rinnovo del contratto, figurano il rilancio della contrattazione integrativa, la riorganizzazione delle amministrazioni, innovazione vera nella scuola e nei servizi pubblici, certezze per i lavoratori precari, nuove assunzioni per i giovani attese oramai da anni.
“Il nostro non è uno sciopero politico – rivendicano Falotico e Bollettino – ma è uno sciopero per il contratto. I lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego sono stanchi di aspettare un rinnovo contrattuale che non arriva mai. In questi anni hanno perso il 10 per cento di potere di acquisto e viste compromesse carriera, produttività e formazione. È questa l’idea che ha il governo dei suoi dipendenti? È così che Renzi pensa di motivare il personale della pubblica amministrazione per cambiare l’Italia? La risposta a queste domande è che con la retorica dei fannulloni non si va da nessuna parte; e lo dimostra il fallimento di chi in questi anni, con lo stesso piglio demagogico, si è cimentato con la riforma della pubblica amministrazione. Noi crediamo che per cambiare il paese occorra aggredire i grandi santuari degli sprechi pubblici, che sono la pletora di enti, società, consorzi e municipalizzate che hanno moltiplicato il ricorso a consulenze, appalti ed esternalizzazioni foraggiano un sottobosco fatto di amicizie e compiacenze. Si è scelto invece di colpire il lavoro pubblico adoperandolo come bancomat di manovre recessive che hanno squassato il paese”.
“L’utilizzo dello sciopero il primo dicembre diventa un atto dovuto per dare la giusta continuità alla manifestazione dell’8 novembre e per sostenere con forza la grande vertenza del lavoro pubblico nel nostro paese. Se le risorse per il pubblico impiego e e per i servizi pubblici continueranno ad essere negate, la mobilitazione non si fermerà allo sciopero ma andrà avanti finché sarà chiaro ad ognuno che il lavoro pubblico è un bene di tutti. Tutti uniti, quindi, i lavoratori vogliono con dignità continuare a metter le loro competenze al servizio del paese. Scioperiamo per un futuro migliore, per far prevalere un idea diversa di lavoratore pubblico, per scongiurare il pericolo di una pubblica amministrazione in default a causa delle ruberie e delle sconsideratezze di una classe politica che non vuole saperne di mettere fine ai propri sprechi e privilegi”.